[2 Pietro 1:1-21]
Quando conosciamo Gesù Cristo, conosciamo la pace, perché riceviamo è riconosciamo la sua grazia e, di conseguenza, perdoniamo. Diversamente, torna a vivere il vecchio uomo e con esso rancori ed ansie.
Se sentiamo venir meno il desiderio di stare in comunione coi fratelli, c'è in noi una concupiscenza, un desiderio fuori dalla volontà di Dio che è mortale per l'anima.
Solo alla nostra volontà di ubbidire, si aggiunge il sostegno dello Spirito Santo.
L'ubbidienza produce autocontrollo, che ci rafforza nel rimanere entro i limiti della volontà di Dio, e che produce a sua volta pazienza.
Nella pazienza, poi, sviluppiamo la capacità di comprendere i problemi altrui, sorge in altrui termini, la pietà per il prossimo visto nelle sue debolezze.
Nasce poi l'amore fraterno, e infine l'amore.
Ciò perché l'amore ha un'azione che parte da quelli di casa nostra, per poi crescere in chiesa, e poi estendersi al mondo.
Chi non riesce ad amare i propri, non può amare la chiesa, che è l'unione delle famiglie convertitesi, e chi non ama i fratelli della chiesa, non si illuda di amare il mondo.
Non dobbiamo trascurare di sostenere quelli di casa nostra, demandando il compito alla chiesa, perché ciò è abominevole. Anche se la chiesa ha il compito di amare chi è abbandonato dai propri.