All'interno della consacrazione, che prevede la sottomissione per ubbidienza al mandato, e che Dio vorrebbe per tutti, Egli ci fa godere secondo la naturalità dei nostri bisogni, affettivi e materiali (per esempio, avere momenti di intimità e gioia in chiesa, di riposo, ma anche in famiglia, cose naturali e belle: lo vuole il Signore, che infatti compirà tutto questo in paradiso). La remunerazione, anche materiale, è per sempre nel cielo ma a partire dalla terra. E quelle piccole o grandi gioie sono sostanziali e non marginali perché diventano un mezzo attraverso il quale Dio ci dà gioia.
Culto Domenica sera 14-07-19
Ma la gioia, anche terrena, non dipende dall'avere determinate cose, ma dall'avere lo Spirito.
[Salmo 104]
Prosperità e spiritualità sono perciò conciliabili.
Ma tutto è sottomesso al mandato. Il Signore, infatti, guarda il cuore.
Infatti, se il nostro cuore è consacrato, tutto è funzionale al Regno e tutto è buono. Tutto ciò che è lecito è naturale (non carnale e peccaminoso) si farà, con la gioia e la guida dello Spirito Santo, senza che questo debba comportare ansie o colpe.
[1 Cor 4]
Tuttavia, per chi non ha Gesù Cristo al primo posto, tutte le cose, anche buone entrano in competizione con Dio; in questa condizione si è tristi in ogni frangente, perché il cuore rincorre questa o quella passione senza avere lo Spirito e la benedizione.